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I servi di Satana (che piacciono tanto al PD...)

 

I servi di Satana hanno un'autentica passione zoofila per i caproni e le loro corna (vedi inaugurazione del traforo del Gottardo e di alcune Olimpiadi) e ci tengono a farlo sapere al mondo dicendocelo direttamente in faccia: chi non l'ha ancora capito è una capra!

 

 

Fonte: https://www.lastampa.it/esteri/2022/09/20/news/draghi_a_new_york_la_russia_torni_allo_spirito_del_1945-8929760/?fbclid=IwAR2l9GzcfXgucjbHGDLj7c_oEx0EJrHlK3VKdRKCW70vVE-33AR9HW5_-Fs

 

Draghi a New York con Kissinger: “La Russia torni allo spirito del 1945, se si traccia una linea rossa va rispettata”. Biden: grazie per la sua leadership

Il premier nella Grande Mela per ritirare il premio «statista dell’anno»

 

oe Biden manda un messaggio per il suo «amico Mario». Lo lodano il numero uno di Blackstone, Stephen Schwarzman, e il rabbino di New York Arthur Schneier. Henry Kissinger lo definisce un esempio di «coraggio che resterà a lungo».

New York, ieri, Hotel Pierre, cuore della città ricca e sofisticata. Più del discorso fatto in occasione del premio «Statista dell’anno», della serata di Mario Draghi c’è da sottolineare i molti personaggi influenti (compreso l’editore di questo giornale John Elkann, ndr) che sono venuti a salutarlo. In Italia è già stato archiviato, ogni tanto qualcuno si chiede se sarà mai il successore di Sergio Mattarella.

Nell’America che conta ha ancora amici ed estimatori. Joe Biden, in un messaggio inviato alla Appeal of Conscience Foundation che ha premiato il primo ministro italiano con lo World Statesman Award, gli ha scritto: «Mi congratulo con il mio amico, il premier Mario Draghi, per il suo lavoro per fare avanzare i diritti umani nel mondo. Draghi è stato una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership». Il presidente degli Stati Uniti ha aggiunto che «siamo tutti uniti nello stesso proposito: amarci l'un l'altro, prenderci cura l'uno dell'altro e non lasciare nessuno indietro anche nei momenti più difficili, quando il clamore di odio e divisioni è costante». Quando Draghi prende la parola dopo la lunga introduzione di Kissinger, il premier uscente ripete i concetti a lui cari. Non c'è nessun riferimento alle uscite sgangherate di questo o quel politico in campagna elettorale. Solo la fiera difesa delle ragioni dell'Atlantismo e del sostegno militare all'Ucraina, senza se e senza ma.

Davanti al rischio di una nuova Guerra Fredda, di una polarizzazione innescata dalla guerra voluta da Mosca, il modo in cui trattiamo con le autocrazie «definirà la nostra capacità di plasmare il futuro». Per questo occorrono «franchezza, coerenza e impegno».

Bisogna essere «chiari ed espliciti sui valori fondanti delle nostre società», avere fiducia nella democrazia, «nello Stato di diritto, nei diritti umani e la solidarietà globale». La nostra politica estera - qui si capisce che parla a chi verrà dopo di lui - «deve essere chiara e prevedibile». Se si traccia una "linea rossa" bisogna "rispettarla". Se si prende un impegno, "va onorato"».

Sanzioni alla Russia, tetto al prezzo del gas, armi a Kiev: per capire di cosa stia parlando Draghi non deve elencare nulla. Certo occorre collaborare con i governi autoritari senza «compromettere i nostri valori fondamentali». Stati Uniti ed Europa si sono mostrati «fermi e uniti» nel sostegno a Kiev il cui «eroismo» è «un potente promemoria di ciò per cui lottiamo» ma «spero che la Russia possa tornare alle norme che ha sottoscritto nel 1945 alle Nazioni Unite».

Se Draghi - come dicono in molti - è il candidato alla successione di Jen Stoltenberg alla guida della Nato, il discorso di ieri ne costituisce una formidabile premessa. Il punto è che qualcuno è convinto ci sarà bisogno di lui un minuto dopo le elezioni in Italia. Sia come sia, la cena al Pierre dimostra che l'ex banchiere centrale non ha nessuna voglia di andare in pensione. Difficile prevedere se e quando in tempi rapidi. A meno che dalle urne esca un risultato sorprendente e al momento improbabile.